Negli ultimi anni, la tecnologia ha introdotto nuove frontiere, anche nel campo della modificazione genetica, con le New Breeding Techniques (NBT). Queste innovazioni, sebbene promettano vantaggi economici e commerciali, sollevano profonde questioni etiche e ambientali, che sono strettamente legate alla Psiconaturopatia. Questa disciplina, che mette al centro il benessere olistico dell’individuo e della natura, ci insegna che l’equilibrio tra l’essere umano e l’ambiente è fondamentale per la nostra salute fisica, mentale e spirituale.
La manipolazione genetica delle piante, così come avviene con gli OGM e le NBT, altera questo equilibrio, con potenziali ripercussioni che vanno ben oltre il campo scientifico, impattando anche la salute umana e la sostenibilità ambientale. È proprio partendo da questo principio che, in quanto delegato Lazio dell’Associazione Vegetariana Italiana (www.vegetariani.it), ritengo fondamentale affrontare con consapevolezza e precauzione le nuove sfide imposte dall’agricoltura e dall’alimentazione moderne.
Ci siamo interessati agli OGM (organismi geneticamente modificati) con la bioingegneria nel 2008 come Avi, insieme ad altre associazioni, ottenendo in Italia il risultato di evitare la contaminazione del biologico con i campi OGM e imponendo un limite massimo dell’1% per il principio di precauzione. Non tutti sanno che, una volta diffusi, gli OGM si propagano in acqua, terra e aria, contaminando i campi non OGM e bio in modo irreversibile nel tempo.
Oggi, le New Breeding Techniques (NBT) o Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) sono metodologie di modificazione genetica sviluppate negli ultimi anni, che intervengono sul DNA delle piante per ottenere varietà con tratti di interesse commerciale. Tuttavia, una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE ha già affermato che le NBT-TEA devono essere soggette alla Direttiva 2001/18, che impone la valutazione del rischio, la tracciabilità e l’etichettatura.
Infatti, i rischi derivanti dall’uso delle nuove tecniche o metodi sono simili a quelli causati dalla produzione e dalla diffusione degli OGM. Tuttavia, per interessi economici di chi ha investito in questi nuovi metodi e per motivazioni politiche, si sta diffondendo l’idea errata che questi prodotti non siano nocivi e che possano essere utilizzati come moderni innesti, detti “editing”.
Con un emendamento al decreto siccità, la legge italiana ora permetterebbe le coltivazioni con nuovi OGM, detti NBT, senza tener conto della sentenza UE del 2018, del principio di precauzione e dei risultati scientifici dell’agroecologia. Si parla persino di non dichiarare in etichetta la presenza dei nuovi OGM, secondo una possibile direttiva europea sui prodotti. Di fronte a questa situazione, le associazioni di ecologia, i consumatori del biologico e i vegetariani si stanno mobilitando per informare e proteggere il consumatore ignaro. Le aziende del biologico, finora impegnate a garantire prodotti senza OGM, rischiano di vedere contaminati i loro campi in modo irreversibile, nonostante il 70% dei consumatori europei siano contrari agli OGM.
La Commissione Europea, seguendo la linea degli USA, cerca di far passare i nuovi OGM NBT come sicuri e “equiparabili” alle sementi ottenute con metodi tradizionali, ignorando l’interpretazione ufficiale della Corte di Giustizia europea del 2018, che richiede l’applicazione del principio di precauzione anche ai nuovi OGM NBT. Inoltre, l’organo consultivo indipendente della Commissione Europea ipotizza che la tracciabilità e l’etichettatura dei nuovi OGM potrebbero essere obbligatorie solo nei casi in cui le modifiche genetiche ottenute non fossero realizzabili in natura tramite innesti, cioè in quasi nessun caso.
Ora la Coalizione Italiana Libera da OGM si mobilita, e Europeanconsumers, un’associazione di consumatori, ha impugnato la nuova legge. Dobbiamo informarci per difendere l’agricoltura biologica e la salute da false informazioni o inganni collettivi.
La società civile si è già espressa con una petizione europea sottoscritta da oltre 400.000 cittadini, e altre come quella presentata in Italia dalla coalizione “Liberi da OGM”, per affermare che:
- le istituzioni europee devono sempre rispettare il principio di precauzione, come chiarito dalla Corte di Giustizia Europea;
- la valutazione d’impatto delle NBT sulla salute umana è irrinunciabile;
- la tracciabilità e l’etichettatura dei prodotti che contengono o siano derivati da OGM, vecchi e nuovi, NBT inclusi, sono doverose per i cittadini europei.